Leggenda vuole che la ricetta dei Savoiardi sia derivata da un dolce avente il medesimo impasto, il gâteau de Savoie, creato nel 1348 da un pasticciere della corte di Amedeo VI di Savoia in onore della visita dell’imperatore Carlo IV di Lussemburgo.
Il successo fu immediato e i Savoiardi vennero ufficialmente adottati dalla Reale Casa di Savoia; sono biscotti dolci e leggeri dalla consistenza molto friabile e spugnosa. La forma, un cilindro schiacciato arrotondato alle estremità, ricorda quella di un dito e per questa ragione in inglese vengono chiamati lady fingers.
La ricetta cinquecentesca indicava così la composizione: «Si fanno con poca farina, albume d’uovi e zuccaro». La fama di quello che ai tempi veniva soprannominato in piemontese “El biscotin” arrivò anche in Francia dove fu citato nel dizionario di cucina di Dumas.
I Savoiardi sono anche detti biscotti al cucchiaio perché assorbendo i liquidi si ammorbidiscono e sono un ottimo accompagnamento per creme e mousse.
In Italia si diffusero rapidamente in tutte le regioni ad influenza di casa Savoia ed in particolare citiamo i Pistoccus de caffè, un dolce sardo con un impasto molto simile al dolce originale piemontese ma dalla forma più allargata e i Raffiolini originari di Caltanissetta (ma abbastanza diffusi in tutta la Sicilia) che hanno la caratteristica di essere serviti ancora incollati alla carta da forno sulla quale vengono cotti. Sempre in Sicilia ne esistono anche altre 2 varianti: nel Ragusano ci sono i Firrincozza che, a differenza dei classici Savoiardi sono più grandi e non sono asciutti mentre nel Trapanese si preparano le Sciambellette, che includono nell’impasto anche la cannella.