A San Valentino è tradizione cenare romanticamente a lume di candela, inviare bigliettini a forma di cuore e regalare tanti cioccolatini.
Ma perché a San Valentino si regalano i cioccolatini?
La spiegazione si trova frugando nella storia del cioccolato… ma andiamo con ordine.
Fino al XVI secolo il cioccolato esisteva solamente in America Centrale dove le fave di cacao venivano tostate, macinate, mescolate con acqua e infine sbattute fino a ottenere una bevanda amara e tonificante: lo Xocolatl.
Il cacao fu introdotto in Europa intorno al 1520 da Cortés che riportò in Spagna un carico donatogli dall’Imperatore Montezuma. Inizialmente, a causa del suo sapore amaro, era usato come medicina ma successivamente alcuni frati gesuiti iniziarono a sostituire gli ingredienti originari (mais, miele, chilli e pepe) con lo zucchero di canna e la vaniglia, ricavandone una bevanda dolce e gustosa dalla quale deriva l’odierna cioccolata calda.
Con l’aumento dei consumi in Europa, molte nazioni crearono piantagioni di cacao nei paesi della fascia equatoriale ma il cioccolato rimarrà un prodotto elitario, a causa di processi di produzione lunghi e costosi, fino all’avvento della rivoluzione industriale ne decretò una rapida popolarità.
Per arrivare al cacao solubile dobbiamo attendere il 1828, quando il chimico Van Houten mise a punto la “lavorazione olandese” per ottenere una polvere più facile da mescolare con l’acqua. Successivamente lo stesso Van Houten realizzò anche la pressa per separare il burro di cacao dalle fave tostate e produrre in modo economico cacao in polvere. Sulla scia di queste innovazioni nel 1847 Joseph Fry creò la prima tavoletta di cioccolato moderna.
Quindi la preziosa bevanda che in Sudamerica era considerata cibo degli dei, fu simbolo di uno stile di vita costoso, raffinato, moderno, specchio del Settecento illuminato dove il cioccolato era il regalo prezioso con il quale si omaggiava l’amata.
In Italia i cioccolatini di S. Valentino sono per antonomasia i Baci; ma forse non tutti sanno che quelle praline nate ideate nel 1922 da Luisa Spagnoli, che ideò la ricetta per utilizzare la granella di nocciole avanzata dalla lavorazione di altri prodotti, inizialmente si chiamavano Cazzotti per via della forma un po’ tozza e irregolare che ricorda quella di una mano chiusa a pugno, e furono ribattezzati poi da Giovanni Buitoni, che trovò più carino chiedere un Bacio anziché un Cazzotto.